lunedì 24 ottobre 2011

Russia: Crescita delle importazioni di macchine agricole italiane

Dopo la battuta d’arresto causata dalla crisi economica internazionale, il mercato delle macchine agricole torna a crescere nella Federazione Russa, uno dei Paesi con il più alto fabbisogno di mezzi meccanici e attrezzature per lavorare la terra. Le vendite di trattrici, che secondo i dati Rosagromash erano nel 2009 pari a circa 15.200 unità, sono salite nel 2010 a 21.000 unità complessive, segnando un incremento intorno al 38%; ma soprattutto hanno registrato un boom nei primi sette mesi di quest’anno, nei quali hanno già superato il numero dell’intero anno 2010. Nel periodo gennaio-luglio 2011, infatti, le vendite nella Federazione Russa hanno raggiunto le 22.900 unità, che rispetto alle 11.200 dello stesso periodo 2010 rappresentano un incremento superiore al 100%. In forte crescita anche le vendite di mietitrebbiatrici, che raggiungono nei sette mesi quota 5.060, con un aumento di quasi il 60% rispetto alle 3.180 dello stesso periodo 2010.

(fonte:  rivista "con i piedi per terra")

martedì 18 ottobre 2011

Brasile: il settore IT cresce ma i talenti scarseggiano

Secondo una recente classifica che valuta la competitività nel settore dell’IT stilata dall’ufficio di ricerca e analisi dell’autorevole rivistaEconomist per l’organizzazione Business Software Alliance (BSA), il Brasile ha migliorato il proprio livello rispetto agli anni scorsi raggiungendo la 39° posizione nell’ambito della tecnologia dell’informazione.
Tale avanzamento, dovuto principalmente ai consistenti investimenti nella ricerca e nelle infrastrutture, ha permesso al Paese di collocarsi appena una posizione dietro la Cina e di distanziare notevolmente gli altri paesi dell’America Latina, con l’eccezione del Cile che è il leader regionale del settore. Alcune voci della categoria “Capitale umano” hanno aiutato il Brasile, poiché il numero di ingegneri e di laureati in materie scientifiche è aumentato, permettendo al Paese di collocarsi all’ottavo posto in relazione a questa voce. Sono presenti, tuttavia, alcuni ostacoli allo sviluppo del settore IT in Brasile.La mancanza di professionisti del settore e la farraginosa burocrazia sono i principali. Relativamente al primo punto si osserva, infatti, come l’attitudine tecnologica dei brasiliani sia piuttosto bassa, come testimoniato dagli attuali 90mila posti vacanti in questo settore (diventeranno 800mila nel 2014, secondo una proiezione della Fondazione Getulio Vargas – FGV).La situazione fa sorgere timori per lo sviluppo futuro del settore. Secondo Frank Caramuru, direttore della BSA in Brasile, si può già parlare di una crisi di talenti nel mercato brasiliano dell’IT, tanto che ''Occorre un incremento sostanziale nel livello qualitativo dei corsi di informatica presso gli istituti di formazione, coniugato a un vigoroso stimolo agli studenti affinché si orientino verso questa professione. In merito alla burocrazia, questa ostacola sia la diffusione della banda larga in Brasile, sia il livello di competitività delle imprese brasiliane del settore. È necessario che queste barriere siano abbattute al più presto dall’amministrazione brasiliana per permettere al Paese di competere con gli altri BRIC. Secondo uno studio, infatti, sebbene l´India e la Cina occupino nella classifica rispettivamente il 34º e il 38° posto, entrambi hanno guadagnato molte posizioni nel ranking e le previsioni indicano che scaleranno ulteriormente la classifica nei prossimi anni.A tal proposito, secondo Caramuru “i Paesi BRICS detengono il vantaggio di una manodopera con un costo inferiore rispetto ai paesi sviluppati ma la Cina e l´India, rispetto al Brasile, hanno avuto un incremento maggiore nel ranking per merito dell’elevato livello di formazione dei loro studenti del settore IT”.(ICE SAN PAOLO)

martedì 4 ottobre 2011

Internazionalizzazione nei paesi emergenti: il Brasile

Il Rapporto sulla competitività del World Economic Forum colloca il Brasile nel ranking mondiale al 58° posto (Italia al 48°) per il 2010-2011 con un punteggio di 4,28 (Italia 4,37; Svizzera – che è al 1° posto – 5,63), confermando la posizione occupata nel ranking 2009-2010.

I punteggi migliori assegnati ai vari parametri che compongono l’indice sono:

• ampiezza del mercato;
• mondo degli affari e mercato finanziario sofisticati;
• attitudine all’innovazione;
• prontezza all’adeguamento tecnologico;
• buon livello dell’alta formazione, mentre la formazione di base è più carente.

I fattori che offuscano il business climate e quindi sono considerati negativi (in base a interviste a manager e operatori economici) sono, nell’ordine:

• la regolamentazione fiscale e le imposte, considerate complessivamente alte;
• l’eccessiva regolamentazione del mercato del lavoro;
• l’inefficienza della burocrazia pubblica;
• l’accesso al credito per le imprese e i consumatori;
• l’inadeguatezza delle infrastrutture;
• la corruzione diffusa.

La stabilità macroeconomica è in netto miglioramento, così come l’instabilità politica. La presenza del crimine e l’insicurezza cittadina, che pure è un dato di fatto, non viene valutata dai manager intervistati come una minaccia molto sentita.



fonte (ubi banca)