Il panorama economico internazionale è stato caratterizzato, in particolare negli ultimi tempi, da cambiamenti strutturali negli equilibri che stanno modificando gli orizzonti operativi.
Volgendo lo sguardo verso oriente balza agli occhi la crescita imponente del PIL cinese, anche se la sua evoluzione geometrica quasi perfetta fa sorgere qualche dubbio in relazione alla effettiva aderenza con la situazione reale. Dall'altro canto la distanza ed il rischio concreto sulla qualità dei prodotti stimolano nuove considerazioni in merito alla reale profittabilità economica del mercato della Cina.
I recenti fatti che stanno in questi giorni infiammando le coste del mediterraneo gettano ombre di incertezza sul futuro economico di quelle zone e fanno riflettere gli operatori sulla opportunità di rivolgere lo sguardo verso altri orizzonti tra i quali la Federazione Russa.
Le opportunità che si prospettano in questa vasta area sono molteplici e devono essere sempre contemperate con la comprensione della situazione sociale e degli usi che spesso divergono nelle forme e nei contenuti dai comportamenti propri della "vecchia Europa".
Nel prospetto presente in figura e che ho tratto da uno studio SACE, sono evidenziati i principali indicatori economici che possono rappresentare un quadro della situazione economica attuale della Federazione Russa e delle sue possibili evoluzioni nel breve periodo.
A corollario dei dati è opportuno porre l'attenzione sui rischi che si possono correre in termini operativi sviluppando un attività economica e che possono essere raggruppati come segue:
Rischio politico: La diarchia Medvedev-Putin assicura la stabilità politica interna del paese. Tuttavia nella regione del Caucaso del Nord sono in aumento le azioni terroristiche da parte dei movimento islamisti-indipendentisti.
Rischio economico: Nel biennio 2010 e 2011 si registrerà una crescita moderata, derivante in parte dall’aumento dei prezzi del petrolio. La recente emissione di due eurobond ha avuto una buona collocazione sul mercato.
Rischio finanziario e operativo: Le autorità hanno gestito con successo la crisi di liquidità. Ora il rischio principale è costituito dal deterioramento degli asset, in particolare a causa dell’aumento dei crediti non esigibili (NPL). L’attività degli investitori può essere ostacolata dalla limitata trasparenza del sistema e dall’elevata burocrazia.